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Percorso 2 - Paese che vai,pentola che trovi

fig.1 - Milano, v. Calatafimi, Macina in pietra lavica

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Recipienti o utensili per uso alimentare presso i Romani:

3. COTTURA

All'epoca degli antichi romani la cottura degli alimenti si faceva direttamente sul fuoco sia in contenitori di metallo sia in quelli di ceramica. Il pentolame da cucina si chiamava “vasa coquinatoria” che verrà poi distinto nei ritrovamenti per le abbondanti tracce di bruciato sulle pareti esterne e per il tipo di argilla molto grossolano e poco depurato.  Il materiale più usato per le pentole era l'argilla che dopo essere impastata, modellata, essiccata e cotta nei forni diventava ceramica.

 

  • Olla: vaso di ceramica o di bronzo, posto anche su treppiede, usato per scaldare l'acqua e per cucinare verdure, carni, zuppa. Si tratta del recipiente da fuoco di uso più comune anche denominato calderone. La sua forma più frequente è quella di un vaso a  grossa pancia, per lo più privo di piede, con o senza manici, munito di coperchio.

  • Patella: padella o tegame, in bronzo; il suo uso principale corrispondeva alla pentola da frittura, patella frixilis.

  • Paiolo: veniva usato per cucinare grandi quantità di cibo.

  • Pultarius: recipiente di terracotta nel quale veniva cotta la polenta, inizialmente la più diffusa era quella di farro (da cui il nome di farina), poi di ceci  e di grano. Veniva arricchita con fave, cavoli, cipolle e formaggio.

  • Pentola: recipiente in bronzo adoperato sia come pentola da fuoco o solo come contenitore.

  • Ahenum (caldaia): recipiente di bronzo, spesso con coperchio e con catenella, per essere sospeso sul fuoco. Presente in molte case romane.

  • Graffione: strumento in bronzo o in ferro, si ritiene venisse utilizzato per infilzare e cuocere pezzi di carne.

  • Clibanus: Il clibanus ha forma simile ad un grande coperchio; era utilizzato non solo per coprire le casseruole, ma anche per cuocere i cibi. Con questo contenitore si effettuava una cottura sub testum: gli alimenti, soprattutto il pane, venivano sistemati sotto la calotta del clibanus.

 

Anche al giorno d’oggi esiste uno strumento in tutto e per tutto simile al Clibanus: il fornetto portatile.

 

 

1. PREPARAZIONE

  • Mortaio: recipiente in ceramica usato per macinare granaglie e semi.

  • Bollitore: Recipiente per scaldare liquidi. I bollitori sono sia fornelli che recipienti, forse per essere sospesi o trasportati.

  • Infondibulum (imbuto): Recipiente in bronzo lungo e sottile, utilizzato per travasare liquidi.

  • Colatoio: Recipiente in bronzo o ceramica per filtrare e colare.

  • Macina: Gli elementi macinanti sono due mole (ruote in pietra), sovrapposte, quella superiore ruota ed è dotata di un foro centrale per l'ingresso del prodotto, la ruota sottostante non gira ed è provvista spesso di scanalature, per facilitare l'uscita del prodotto. La distanza fra le mole è regolabile e questo permette di scegliere la granulometria del macinato. Questa tipologia di macchine è adatta alla macinazione dei cereali, ma veniva usata anche per triturare altri prodotti.

 

La stessa funzione svolta dalla macina ai tempi degli Antichi Romani oggi viene svolta dal frullatore.

 

  • Modiolus: Vasetto in bronzo, di origine etrusca, probabilmente usato per misurare la farina e il grano.

I recipienti o utensili per uso alimentare si possono suddividere in 4 tipologie principali, legate alla fase di lavorazione:

 

 

1. PREPARAZIONE

2. CONSERVAZIONE

3. COTTURA

4. CONSUMO

preparazione
conservazione
Cottura
consumo
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4. CONSUMO

  • Cochlear. Il nome deriva dal latino “Cochlea” (chiociola) perché forse il primo rudimentale cucchiaio fu una conchiglia (da cui il nome).

  • Ligula: La Ligula era Il cucchiaio utilizzato per la minestra ed era caratterizzato da una cavità allungata e ovale più o meno appuntita all’estremità.

Le posate moderne derivano direttamente da quelle antiche e non vi sono grandi differenze. Oggi in più esiste la forchetta, che cominciò a diffondersi a partire dal XIV secolo.

  • Vasa escaria: ll materiale più usato per la realizzazione era l’argilla che da principio veniva lavorata, essiccata e poi cotta in forni per realizzare la ceramica. Tutti i piatti venivano portati in tavola contemporaneamente e le pietanze venivano servite già tagliate a piccoli pezzi per evitare che li ospiti se potessero sporcare le mani (una mano veniva usata per mangiare, mentre l’altra serviva per appoggiarsi al cuscino del triclinio).

  • Vasa potoria: I romani erano molto meticolosi quando si trattava di usare bicchieri e coppe dovevano essere di materiale e fogge diverse a seconda dei vari tipi. Ad esempio per i vini di Sorrento erano necessarie coppe di terracotta fabbricate a Sorrento. Comunque tanto per sottolineare la pignoleria dei Romani in questo settore, basti dire che si conoscevano più di trecento specie differenti di coppe e bicchieri.

    • Poculum: Il più diffuso dei bicchieri era il poculum (noi diremo boccale).

    • Scyphus: Lo scyphus era una sorta di ciotola di legno che alla fine della repubblica era diventato d'argento e talvolta munito di anse.

    • Cantarus: Il cantarus era un calice da lungo piede. Aveva una capacità molto superiore al calix.

    • Calyx: Si usava tenendolo per le anse

    • Cymbium: I romani amavano bere nel cymbium, un bicchiere a forma di barca.

    • Murrinae: Il vino era bevuto in coppe chiamate murrinae. Doveva comunque trattarsi di un tipo di porcellana opaca.

    • Phiala: Era una coppa larga e bassa, tipo quelle utilizzate al giorno d'oggi per bere lo spumante, spesso d'argento e qualche volta d'oro. Era il contenitore maggiormente usato.

2. CONSERVAZIONE

  • Pentola: recipiente in bronzo adoperato sia come pentola da fuoco o solo come contenitore.

  • Dolium: alcuni prodotti della terra, come i legumi o i cereali, richiedevano soltanto, per durare nel tempo, di essere essiccati, preservati dall'umidità e dagli attacchi di agenti esterni come parassiti o roditori. Per la loro conservazione si provvedeva utilizzando grandi contenitori di terracotta o di legno, detti dolia, simili a grossi orci dalle pareti robuste e dall'imboccatura stretta, che venivano sistemati negli ambienti di servizio parzialmente interrati, così da preservare la freschezza del contenuto. Lo stesso tipo di contenitore serviva anche per conservare il vino in grandi quantità prima di eventuali lavorazioni, per esempio la miscelatura con acqua di mare, oppure del travaso in recipienti dalle dimensioni inferiori, come giare o anfore, destinati anch'essi alla conservazione e al trasporto.

 

Per conservare i cibi o i liquidi al fresco, oggi utilizziamo la borsa termica.

 

  • Amphora: in argilla, bronzo, argento, destinata a contenere liquidi, ma anche solidi.

  • Oinochoe: da oinos-vino. Recipiente di origine etrusca usato per versare il vino, proprio come le attuali brocche. Estremamente diffuso, nel tempo ha subito diverse variazioni: bocca trilobata o bocca rotonda, profilo continuo tra corpo e collo, oppure interrotto, forma più tondeggiante o più allungata.

  • Askos: vaso in bronzo o ceramica fatto apposta per versare liquidi, specie vino ed olio.

fig.2 - Villa territorio vesuviano, Macina asinaria da mulino

fig.4 - Pompei (Na), Dolium

fig.3 - Desenzano del Garda (Bs), Antiquarium della Villa Romana, via Crocefisso, 22 - Macina rotatoria in Pietra, periodo romano

fig.5 - Desenzano del Garda (Bs), Antiquarium della Villa Romana, via Crocefisso, 22 - Olla in argilla a tornio, I-II sec. d.C.

fig.6 Castelseprio (Va), Antiquarium del Parco Archeologico di Castelseprio e Chiesa di Santa Maria Foris Portas, Patrimonio Unesco - Olla di età romana

fig.9 Museo Archeologico Nazionale, piazza Castello - Mantova (MN), Tegame in bronzo a martellatura, III sec. d.C.

fig.8 Desenzano del Garda (Bs), Antiquarium della Villa Romana, via Crocefisso, 22 - Macina rotatoria in Pietra

fig.7 Desenzano del Garda (Bs), Antiquarium della Villa Romana, via Crocefisso, 22 - Tegame, periodo romano, I-II sec. d.C.

fig.10 Desenzano del Garda (Bs), Antiquarium della Villa Romana, via Crocefisso, 22 - Cuccihiaio, bronzo - forgiatura, I-IV sec. d.C.

fig.11 Museo Archeologico Nazionale, piazza Castello - Mantova (MN), Bicchiere in vetro soffiato, sec. IV-V d.C.

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