La scuola, luogo privilegiato di incontro di culture, si è soffermata sul tema del Cibo inteso in chiave interculturale, ponendo al centro del progetto le abitudini alimentari del singolo studente, legate in parte alla propria cultura, in parte ai meccanismi della globalizzazione, creando anche opportunità di confronto con generazioni passate (genitori, nonni) ed epoche lontane.
In questo modo si riflette sulla storia, la tracciabilità dei percorsi, l’eredità e la mescolanza di culture, sviluppando anche un senso critico rispetto alle informazioni che ci arrivano attraverso i reperti archeologici, le iconografie, i testi antichi e moderni, ma anche attraverso mezzi più recenti, come il film, la pubblicità e/ o il multimediale.
L’interdisciplinarietà del progetto, realizzata anche tramite momenti di contemporaneità e confronti, porta allo studio della Storia dell’Uomo attraverso testimonianze di diverse discipline (Italiano, Storia, Geografia, Arte, Scienze….), utilizzando un’ampia gamma di strumenti (Geografici, grafici, tematici …), offrendo spunti nuovi e sviluppando curiosità e interesse verso le altre e le proprie culture.
Il metodo di lavoro utilizzato è stato ampio e articolato (lezioni, laboratori, uscite didattiche, creazione di un videofilmato, presentazione del progetto alle famiglie, mostra finale) e caratterizzato soprattutto da una lettura interdisciplinare e interculturale del tema.
Condividiamo volentieri con i docenti che volessero intraprendere un simile percorso, le schede didattiche e i materiali realizzati.
Schede didattiche
Scheda didattica n.0 - Metodologia generale
Scheda didattica n.1 - Street food
Scheda didattica n.2 - Paese che vai, pentola che trovi
Scheda didattica n.3 - Pavimento non spazzato
Scheda didattica n.4 - Cibi e culture emigranti
Scheda didattica n.5 - La tecnologia
Materiali utili
Lettera di presentazione per intervista
Intervista ad Alessandro Marzo Magno
Storie di cibi e culture migranti - il primo progetto
Pavimento non spazzato - il primo progetto
Il progetto Dalla Terra alla Tavola
Didattica interculturale
Didattica che valorizza la conoscenza e il confronto tra le diverse culture di provenienza, valorizza il singolo studente ponendolo al centro della scelta progettuale e condivisa. "L’educazione interculturale si agisce, non si insegna Progettare nella scuola con un approccio interculturale significa ripensare il proprio saper essere come docente, come dirigente, come formatore. L’educazione interculturale, trasversale ai saperi e ai diversi ordini scolastici, non è materia, né attività episodica, né opzione. È ridefinizione di progetti educativi, di finalità, di approccio ai saperi, di scelte metodologiche e quindi di stile educativo." da Formare e formarsi: l’esperienza del Settore scuola e formazione della Fondazione Ismu in E. Besozzi (a cura di), I progetti di educazione interculturale in Lombardia. Dal monitoraggio alle buone pratiche, Fondazione ISMU, Osservatorio regionale per l'integrazione e la multietnicità Lombardia, Milano 2005.
http://www.ismu.org/wp-content/uploads/2013/11/FORMAREeFORMARSI.pdf
Metodo autobiografico
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Contatti
Il metodo autobiografico nasce nell´ambito interculturale (Duccio Demetrio) e va a considerare la biografia del ragazzo per cercare di avere informazioni ed arricchire sia chi parla sia chi ascolta.
“Il metodo autobiografico, scardina il modello tipico del fare formazione a scuola, modello che individua soltanto nel formatore il detentore della conoscenza, promuovendo di contro un riequilibrio del sapere-potere all’interno del processo formativo. L’insegnante deve infatti partire dal presupposto che anche l’alunno possiede un sapere spendibile che è il sapere su di sé e deve orientare l’intervento formativo in modo da spronare l’alunno non solo a recuperare questo sapere ma anche a viverlo e sentirlo come valido e significativo. [...]L’uso della metodologia autobiografica è molto utile in tal senso, perché favorisce l’incontro insegnante-allievo non solo sotto l’aspetto culturale formativo ma anche personale e umano, predisponendo lo studente ad aprirsi e a mettersi in discussione. In tal modo l’insegnante potrà stimolare più facilmente la mente, la curiosità e la motivazione ad apprendere dell’alunno e portarlo a sviluppare una metariflessione sui contenuti che gli sono trasmessi e sul senso che essi hanno per lui e per il suo futuro trasformando così il contenuto in conoscenza. E’ questo il valore educativo dell’uso del metodo autobiografico a scuola: valorizzare l’alunno nella totalità della sua personalità e sviluppare la sua capacità di “apprendere ad apprendere”, e cioè di realizzare quell’apprendimento significativo e consapevole che è il vero obiettivo della scuola di oggi." Angela Muschitiello, "Il metodo autobiografico nella scuola per la formazione di insegnanti e alunni", 30 ottobre 2008 anno 3/n. 12 Rivista internazionale di EdaForum - Eda e Metodologie Didattiche Innovative http://rivista.edaforum.it/numero12/monografico_Muschitiello.html
Monitoraggio del progetto e autovalutazione degli studenti
Nel completare il lavoro, abbiamo scelto di monitorare l'andamento del progetto attraverso la somministrazione di un questionario agli studenti che hanno partecipato, alle loro famiglie e ai docenti della scuola. I risultati saranno presto pubblicati.
Di seguito i questionari in formato .pdf: