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Pavimento di Xenia, cioè pavimento dell'ospitalità è sinonimo di Pavimento non spazzato.

Perchè il pavimento "sporco" ovvero ricco di resti di cibo, diventa segno di abbondanza e di ospitalità.

La nostra ricerca sul Pavimento non spazzato ha raccolto alcune testimonianze presenti in Italia e all'estero. Qui di seguito pubblichiamo le immagini, gentilmente concesse dagli Istituti che conservano i mosaici.

Percorso 3 - Il pavimento non spazzato

fig.1 Aquileia, Pavimento non spazzato  © Reperto e immagine di proprietà del Mibact - Museo Archeologico Nazionale di Aquileia

 

La decorazione, ritrovata all’interno di una domus,  è composta da una doppia cornice policroma e al centro dalla rappresentazione dei resti di cibo. In alto è raffigurato un tralcio di vite, intorno alla scena centrale (andata perduta) lische di pesce, frutta, noci, nocciole.  Nel particolare  si riconoscono con chiarezza una testa di pesce, un polpo, un guscio d’uovo.

Il mosaico pavimentale romano... quando è "non spazzato"

fig.2, Mosaico Asaraton (metà II sec. d. C.) - Foto © Musei Vaticani

Questo mosaico è stato ritrovato durante gli scavi nella vigna Lupi, sul colle dell’Aventino, a Roma.

Porta la firma dell’artista, Eraclito, che lo aveva realizzato per una grande stanza da pranzo. La decorazione prevede nella fascia in basso una serie di maschere teatrali, al centro una sena nilotica (paesaggi fluviali, popolati di animali e piante esotiche) e tutto intorno i resti del banchetto. Si riconoscono: ossa di pollo, tra cui la zampa di una gallina, lische di pesce, noci, fichi, olive, lumache, conchiglie, molluschi. La rappresentazione è molto realistica grazie all’uso di piccole tessere musive in pasta vitrea  e smalti. L’artista ha raffigurato anche le ombre dei diversi cibi, che si proiettano sul fondo bianco. La scena è resa ancora più ”vitale” dalla presenza di un topolino, intento a rosicchiare un guscio di noce.

 

fig.3 - Pavimento di Xenia, (epoca ellenistica), Museo Nazionale del Bardo, Tunisi.

E’ un piccolo mosaico ritrovato nel sito archeologico della città di Uthina, oggi Oudna, a pochi Km da Tunisi,  colonia romana in età augustea. La decorazione è su fondo scuro, anche in questo esempio si riconoscono: crostacei, pesci, bucce di frutta e resti vegetali, gusci di uovo.

 

 

 

 

fig. 4 - Scena di banchetto,(III sec. d. C.), Conservato al Castello di Boudry, Museo della vite e del vino, Neuchatel.

La scena è ambientata in un triclinium, la sala da pranzo con i divani disposti lungo 3 pareti, su cui gli ospiti si distendevano per mangiare. Al centro sono disposti tre tavolini rotondi, coperti da tovaglie leggere, su cui è appoggiato il vassoio con il cibo. I commensali si servono tutti dal piatto di portata, con le mani. I servitori offrono il vino in scodelle, riempite da una botte, in primo piano. Un servitore di spalle divide le porzioni con un coltello. Sul pavimento scuro spiccano gli avanzi di cibo (ossa di pollo, lische di pesce, resti di vegetali), ne approfitta anche un gatto raffigurato in primo piano: gli avanzi, dunque sono reali, ma probabilmente sono caduti su un “pavimento non spazzato”, dove cibo vero e cibo rappresentato si confondono.

Fonte: Antonio Brusca, l'atlante delle storie. Palumbo editore)

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